martedì 30 novembre 2010

L'eredità di Monicelli

Lunedi 29 Novembre 2010 si è tolto la vita gettandosi da un balcone dell'ospedale S.Giovanni di Roma Mario Monicelli, regista, sceneggiatore e non solo. Inutile ripercorrere successo dopo successo l'immensa carriera di un uomo che ha esportato un'immagine eccellente dell'Italia dello spettacolo e della cultura. L'eredità in questione non è infatti, "Solo" quella delle meravigliose produzioni di Monicelli, ma del suo giudizio nei confronti della società moderna (l'intervista in cui vengono riassunte le sue considerazioni è quella girata per "Raiperunanotte"), su una dittatura che ha soffocato la Nazione, vissuta in prima persona da uomo, e poi da artista, termine che di per se ci riporta alla concezione ideale della massima forma di libertà, quella intellettuale. Ma soprattutto è doveroso sottolineare il suo punto di vista sull'Italia contemporanea: sulla necessità di una rivoluzione culturale, impossibile purtroppo visto le limitazioni che gli artisti ed i creativi del nostro Paese si auto-impongono, sulle nuove vergognose generazioni descritte appunto "Corrotte e malate", e sulla sua personalissima concezione di "Speranza", trappola creata dai padroni per quietare i movimenti delle masse in attesa di qualcosa che effettivamente non avverrà. Infine, il grido disperato ad invocare quella rivoluzione che l'Italia non ha mai avuto, a differenza delle altre nazioni occidentali, che seppur dolorosa, è necessaria per riscattare il nostro Paese, altrimenti "Vada alla malora". Salutiamo e ringraziamo quindi, innumerevoli volte, un artista, un intellettuale ma in fondo un uomo che fino alla fine, nel suo ultimo gesto, ha deciso di essere un uomo libero.

Dario Risuglia

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2 commenti:

  1. Da ateo non aveva paura della morta,anzi l'aspettava..forse si anche era anche stancato di aspettare..con lui se ne va uno degli ultimi intellettuali del nostro tempo.

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  2. Vero, uno degli ultimi, agghiacciante quanto sconfortante

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