Costituente



Resoconto della tre giorni di Milano che ha costituito la nascita ufficiale del movimento ed in cui sono stati messi in evidenza i valori su cui si fonderà la nuova forza politica, al di là degli aspetti tecnici.



Svolta dei finiani all'assemblea costituente di Milano che si terrà da oggi fino a domenica 13 Febbraio. Non più interventi introduttivi che avranno un ruolo di tappabuchi fino all'acmè rappresentato dal discorso dei "capi", siamo un movimento nuovo, solo interventi, validi o meno validi, alla platea i giudizi. Niente è stabilito, tutto si svilupperà durante l'assemblea. In seguito alla divisione dal contenitore-cornice della libertà, la selezione naturale ha permesso di ritrovarsi tra gente che ha davvero voglia di spendersi per il Paese, senza se e senza ma, si ha tutti solo la voglia di lavorare. Come già specificato in altri post, i valori fondanti saranno meritocrazia sviluppo ed alternative, valori sinonimo di rinnovamento, anagrafico ed idealistico.
A testimonianza della nuova prospettiva in cui ci si ritroverà, a sorpresa magicamente è stato sostituito nella parte superiore del simbolo del partito il cognome "Fini" con la sigla "FLI", proprio ad evidenziare il cambiamento evolutivo dalla politica dei leader a quella di tutti coloro che si impegnano per costruire la futura "casa" dei cittadini che si rispecchiano negli ideali della destra moderata e moderna. Come ha detto il deputato Enzo Raisi "Noi non siamo un partito monarchico". Buon lavoro a tutti!


Introduzione, prima dell'inizio ufficiale dei lavori, di Adolfo Urso all'Assemblea Costituente , il quale con una sfilza di aggettivi, cerca di sottolineare le caratteristiche del neo Fli: parla di partito nuovo, riformista, liberale, europeo e moderno, aperto, inclusivo e accogliente, alternativo alla sinistra e non conservatore e "tribale" come il polo di maggioranza del Governo. Il suo discorso è anche indirizzato a quel 46% degli italiani che non vogliono esprimere simpatie per i partiti che attualmente occupano la      scena politica del nostro Paese.

Italo Bocchino inizia il suo discorso parlando dell'importanza del web in politica e nella società, e per questo elogia la nuova forza che proprio sul web riesce a coinvolgere i più giovani. Successivamente elencherà i numeri dell'Assemblea e di Fli:
113.574 adesioni al manifesto per l'Italia da Bastia Umbra ad oggi.
25.872 iscritti al partito (pagando la quota di adesione).
10.000 i congressisti nei 3 giorni della Costituente, di cui 4365 registrati via web.
Sarà inoltre possibile votare via web i documenti congressuali ed il Presidente nazionale.

Il capogruppo al Senato Pasquale Viespoli paragona invece la nascita di questo partito ad una missione, quella di "ricucire il tessuto lacerato della comunità nazionale".
Continuerà il suo discorso elogiando l'umiltà e la forza dei membri di Fli, virtù, che potranno garantire la formazione di un partito fondato sulle regole e sulla voglia di stare insieme.

Attenderemo con trepidazione le "fasi pratiche" della Costituente, per adesso, ci "accontentiamo" delle premesse concernenti le peculiarità del partito e di coloro che vi hanno aderito, erano doverose.

Dopo l'inno di Mameli, come da neo-tradizione per le tutte le assemblee di Fli, la lettura del Manifesto per l'Italia da parte di Federica Taddei.
Entusiasmo al massimo, per l'ufficializzazione dell'inizio dei lavori di Gianfranco Fini, che umilmente ha sottolineato che solo il tempo potrà dare ragione o torto a coloro che oggi hanno scelto di mettersi in gioco.
Augurio di buon lavoro ed elogio alla nostra Patria.
E' stato poi trasmesso il video presentazione "Fli live":




A seguire, gli interventi di Andrea Ronchi, (alla fine del suo discorso vi è stata l'approvazione degli organi componenti di Fli), Salvatore Tatarella, Giuseppe Valditara, Cristiana Muscardini, Chiara Moroni e Adolfo Urso.





                                

                                                                   
Via alla seconda giornata dell'Assemblea costituente di futuro e Libertà. Apre il dibattito Carmine Patarino, che nel suo intervento fa riferimento all'origine latina della parola "avventura", in senso stretto "ciò che verrà". Continua il suo discorso accennando ai settori in cui Fli potrebbe dare un vero contributo, in termini di modernizzazione ma anche per far riacquistare fiducia ai cittadini italiani nei confronti delle istituzioni: sicurezza e forze armate, sanità e diritto alla salute. Ma anche scontro politico sul piano dialettico e propositivo con le altre fazioni, eliminando i toni polemici e le provocazioni. Ciò che colpisce, è il continuo riferimento al futuro dei giovani, argomento presente in tutti i discorsi, che sicuramente non rimarrà lettera morta o mera propaganda, ma costituirà la spina dorsale di questo nuovo modo di fare politica.

Andando avanti, è il turno di Michele Sarno, che sinteticamente pone subito in risalto la differenza tra lo statista ed il politico politicante, in termini pratici tra "Fini, che pensa alla posizione del Paese, e Berlusconi, che pensa alla posizione delle italiane". Oltre la battuta, bisogna riflettere su queste parole, tenendo presente che si vive un disagio sociale forte. Continua l'oratore chiedendo scusa a suo padre, il quale gli fece trovare un'enciclopedia sotto l'albero, disillusione che però rappresenta la realtà della vita, non futili obiettivi, ma cultura e virtù che possono contribuire alla crescita singola e collettiva. Si chiude l'intervento con l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco, rialzandosi dopo le sconfitte, ed una citazione di De Gasperi "la politica, è politica con la p maiuscola, quando piuttosto che preoccuparsi delle prossime elezioni, ci si preoccupa delle future generazioni".

Le parole di entusiasmo lasciano il posto all'emozione di Rosangela Lamberti, che distingue piano pratico (risorse del Paese) e piano etico (con i relativi disagi che offre la politica di oggi). Si conclude con parole di speranza e di fiducia nel futuro.






Continuano i relatori Francesco Adenti, che farà subito riferimento al centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, al patriottismo ed al fondamento di Fli sulla cultura autentica, Giuseppe Consolo, che ringrazierà per la numerosa e sentita partecipazione, e riassumerà le indicazioni sottolineate ieri, aggiungendo legalità e giustizia, basi fondanti delle nazioni moderne, Giuliano Compagno, intellettuale di origini siciliane, già impegnato nel volontariato attivo con Amnesty International, ricorderà che cultura e merito dovranno essere il fondamento della nuova Italia. Critiche verso i concorsi universitari "taroccati", l'assegnazione dei posti di potere dell'amministrazione della cultura. Denuncerà l'incompetenza e la sua stratificazione dovuta all'invasione della politica in tutti i settori. Si parla di azzeramento quindi; necessario a questo punto del suo discorso, il Riferimento al ministro Sandro Bondi, ed alla distanza siderale tra quest'ultimo e la vera cultura. Partendo quindi dall'azzeramento e dalle rimozioni, si potrà riaffermare il merito nel nostro Paese; 

Prende la parola Giuseppe Menardi e subito dopo il professor Agostino Carrino, che parla di una transizione politica infinita, che sta facendo marcire le coscienze degli italiani. Non basta una riforma della legge elettorale per assicurare un'evoluzione alla seconda Repubblica, che infatti non ha mai avuto luogo. Berlsusconi non è la causa della crisi, continuerà, ma un'effetto, bisogna voltare pagina per assicurare una vera transizione. 



Successivamente intervengono Daniele Baldini, Paola Guerci e Radwan Khawatmi, che discute, nell'ambito dell'immigrazione, delle gravose onerosità fiscali di contributi ed università. Denuncia il fallimento della lotta all'immigrazione, ed il pessimo gesto del Presidente del Consiglio, che, citando testualmente: "recandosi da un dittatore, gli ha offerto e regalato 5 miliardi di dollari ammassando nei lager libici decine di migliaia di uomini e donne, chiedendo scusa poi per gli errori commessi durante la guerra in Libia". Concluderà, sommerso dagli applausi,  dichiarando "io non mi sento di chiedere scusa ad un dittatore".

Il dibattito procederà fino alle ore 20.00, in contemporanea si svolgeranno i lavori delle Commissioni Statuto e Programma, e delle 6 commissioni tematiche: Cultura, Ambiente, Innovazione, Welfare, Sviluppo e Legalità


Tra gli interventi successivi bisogna citare doverosamente quello di Gianmario Mariniello,  Presidente di Generazione Futuro (movimento giovanile di Fli), il quale si è soffermato sull'illustrazione di alcuni articoli dello statuto del movimento, che assicurano libertà e meritocrazia ai militanti. Immancabile il riferimento al modello Minetti, discorso che introdurrà il breve intervento di Sara Giudice, militante del Pdl che combatte proprio il modello sopracitato. 

Daranno il loro contributo altri 15 relatori, tra cui Carmelo Briguglio, Benedetto Della Vedova, Fabio Granata e Roberto Menia.




L'evento che ci preme sottolineare e che ha caratterizzato la terza giornata dell'Assemblea Costituente di Futuro e Libertà, è il discorso con cui Gianfranco Fini chiude questo storico evento che getta delle basi solide di costruttività politica che da troppo tempo ormai mancano al nostro Paese e costituisce quella presa di coscienza che permette l'assunzione di responsabilità da parte dall'attuale classe politica italiana.


"Non è moralismo fare un discorso legato al successo ed al denaro, ma pedagogia civile, etica di responsabilità. Vogliamo costruire una società meritocratica, ma non bisogna tendere al denaro, bisogna gridare che non esistono scorciatoie per arrivare al successo. Azzerare i concetti trasmessi ai giovani fino ad oggi, e ripartire da un discorso costruttivo e che possa far rivalutare il giudizio di questi ultimi riguardo alle istituzioni. I nostri giovani non chiedono solo riforme, ma modelli. Rivalutazione della considerazione della figura della donna. Non moralismo, ma pedagogia civile. Se si vuole evitare l'ipocrisia di chi stigmatizza ma non fa nulla per invertire questa tendenza, ci vogliono prese di responsabilità, che comportano doveri in più soprattutto per quel che riguarda i propri comportamenti. Basta con le bugie e con la propaganda fine a se stessa. Basta con le bugie, nessuno pensi di togliere l'aria a Fli dicendo di essere diventati alleati dei comunisti, siamo quelli che eravamo prima di entrare nel Pdl, abbiamo ancora quei valori che adesso gli esponenti del Pdl stanno calpestando. Non ci faremo abbattere dalle minacce e dagli insulti. Fli è il movimento che tiene uniti moderati e riformatori. E' per questo che prende corpo l'idea di un autentico polo che abbia i valori del popolarismo europeo, abbia una forte volontà di riforma, un polo che abbia nei confronti della società maggioritaria il suo fondamento, e l'obiettivo di creare un bipolarismo che abbia la sua valenza come quello che in Europa mette a margine le forze che hanno delle pulsioni di carattere xenofobico o ipernazionalista. E' sbagliato applicare inoltre la competizione politica nazionale a livello locale ( riferimento alle elezioni amministrative di Milano). Fli non è la zattera di salvataggio dei gruppi parlamentari, gente che crede in questo progetto senza tener conto della possibilità di candidarsi, proprio perchè non siamo An in piccolo, bisogna tener conto che le nomine non verranno fatte in base all'esperienza politica di Alleanza Nazionale. Da domani chi sarà chiamato a lavorare per Fli dovrà impegnarsi a lavorare per il lavoro e per l'economia (investimento sul sapere e sulla ricerca), è importante che si incontrino anche gli operatori, non solo gli imprenditori, bisogna premiare la produttività (riferimento alla Fiat),  bisogna arrivare ad ipotizzare la possibilità di associare i lavoratori alla gestione delle aziende (cambiamento che ha carattere culturale di destra). Non è Fini che è arrabbiato con Berlusconi, ma non bisogna far trionfare la propaganda,  Fli dovrà avere il coraggio di fare delle scelte, se le risorse sono limitate, una forza politica seria si assumerà la responsabilità di dire da dove bisogna ripartire per una riforma fiscale seria, non  fare spot e filmati propagandistici. C'è necessità anche di un patto tra le generazioni, la necessità di dare ai ragazzi la possibilità di costruire un futuro.  Ammesso che ci siano i nostri meriti, i ragazzi che non hanno mai fatto politica si avvicinano perchè il nostro è un progetto che guarda al domani, non assistenza, ma politiche attive da parte della cosa pubblica per garantire possibilità uguali tra nord e sud e tra chi nasce in contesti sociali diversi. Non basta dire di voler garantire pari opportunità e meritocrazia se l'esempio pratico non rispecchia l'applicazione di questo principio. 
Tutto questo dovrà essere il lavoro di Fli, un lavoro di superamento di pigrizie mentali e di vecchie regole, non rinunciamo alla presunzione di avere una chiave di lettura dell'immediato futuro. Il tentativo di continuare a provocare culturalmente continuerà, soprattutto perchè non ci baseremo sulla nomenclatura, continueremo ad ascoltare i circoli anticonformisti, è una sfida che sentiamo di poter giocare. Concluderò con due proposte, che vanno collocate su piani diversi: opposizione che contrasterà non il processo breve, ma la norma transitoria, opposizione costruttiva quindi e affrontando la questione delle dimissioni da Presidente della Camera, che non mi spaventa, ma voglio dire che non ci intimidiamo, Berlusconi è diventato presidente del Consiglio anche grazie all'accordo politico che io e lui facemmo quando è nata la lista Pdl, anche per il consenso di chi ascoltava Alleanza Nazionale, e con questa logica sono diventato Presidente della Camera, e parlando esplicitamente, non si tratta di dire dimettiti tu o io, ma per sfida politica, venendo meno un patto, faremmo entrambi una splendida figura decicendo di dimettersi entrambi per fare in modo che gli italiani possano scegliere, sono pronto a dimettermi domani se si dimetterà lui, se io sono questo anche grazie ai voti di Forza Italia , lui è quello per i voti di uomini e di donne che diedero fiducia ad An. Non illudiamoci, non si dimetterà, farà finta di nulla dicendo di avere i numeri per approvare le riforme. Proprio perchè se ha la maggioranza deve governare, propongo quindi a tutte le forze in Parlamento di cambiare l'italia con il federalismo serio, non quello che permetta a Calderoli di esibire e sventolare la bandierina, impegniamo i prossimi mesi quindi per la riforma del sistema parlamentare che per il federalismo deve comprendere una Camera delle regioni, e non mi sembra che nessuno possa essere contrario a questa sfida politica, e se dovranno cambiare Senato e Camera, dovrà cambiare necessariamente la legge elettorale.

Chiudiamo una fase durata troppo a lungo, doniamo all'Italia una nuova Repubblica, permettendo queste due grandi riforme. Forti dell'appoggio di tanta gente che è venuta qui con proprie spese, il modo migliore per onorare l'anniversario dei 150 dell'unità d'Italia è quello di impegnarsi senza interesse personale ma per il bene collettivo, viva Futuro e Libertà, viva l'Italia."











A conclusione del suo discorso, Fini corre in mezzo ai giovani presenti per cantare l'inno di Mameli.




Dario Risuglia