venerdì 24 giugno 2011

Terzopolismo

"Terzo Polo" è una sigla; sigla che ha bisogno di contenuti validi e concreti su cui fondarsi e con cui aprire alla Terza Repubblica, dando una svolta a ciò che è stato fino ad oggi. 
Guardare ad un'ampia coalizione dalla prospettiva dell'UDC, a mio avviso, può costituire un'opportunità molto importante ed un momento di coesione necessario per offrire un'alternativa valida ad un bipolarismo di facciata che ha "sottratto" altro tempo al nostro Paese che attende ancora di imboccare quel canale di sviluppo e crescita economica. 



Altrettanto, d'altronde, non è possibile concepire per Futuro e Libertà, partito di nuova costituzione, in cui i contenuti devono ancora essere inquadrati e che si è trovato ad affrontare, da germoglio della politica, amministrative importanti come Milano e Napoli. 
Amministrative che hanno costituito punti di contrasto politico (sempre costruttivo) tra chi si affida ancora alle ideologie ottocentesche, non capendo davvero che è doveroso voltare pagina facendo fronte alle istanze attuali della società, e tra chi è disposto con convinzione a proiettarsi verso un futuro che appare sempre più prossimo. 
Pensiamo a dare a noi stessi un assetto ben definito, guardiamo al Terzo Polo come se possa rappresentare un momento importante, in cui confluire con "i nostri" contenuti, offrendo anche noi quel qualcosa di importante, di cui non si può fare a meno e quelle peculiarità di chi ha rinunciato alle "poltrone" per costruire con fatica un simbolo che rappresenta "pensanti" e nuove generazioni. 
Non facciamoci solo trascinare da chi può assicurare delle percentuali minime sicure, guardiamo oltre, per crescere ci vuole tempo, ma bisogna che le fondamenta siano ben stabili. 
E poi, con qualche altro "alleato", sarebbe meglio non tener chiusi gli occhi, peccando di "eccessivo garantismo".

Dario Risuglia

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