venerdì 28 gennaio 2011

Polititrash

Dossieraggio, scandali, macchina del fango, Montecarlo, Ruby. Basterebbe aggiungere queste "etichette" per poter assicurare ad ogni post di questo blog una percentuale inimmaginabile di lettori. Non è certamente il nostro obiettivo, soprattutto non è politica. Come d'altronde non è politica quella che in questo momento storico si sviluppa e ci viene proposta in Parlamento e nei talk show che dovrebbero, almeno sulla carta, ispirarsi ad essa. In un certo senso mi sento indignato a questo continuo stupro verbale-propagandistico che quotidianamente ferisce a morte i principi dell'etica del nostro Paese.  Voglio ricordare che solo la magistratura può mettere la parola fine a questa tempesta che sta coinvolgendo tutti. Mi sento umiliato quando nelle televisioni di tutto il mondo, incessantemente viene proposta la domanda "come mai gli italiani non fanno nulla davanti a tutto questo?". Analizzando a fondo commenti e recensioni nei più importanti social della rete (ricordiamo che ormai la politica non può più fare a meno di confronti online), mi accorgo che molti parlano solamente della casa di Montecarlo, che molti hanno ormai aggiunto come termine fisso al loro dizionario le parole prostituzione, bunga bunga, e cosi via. Discutere di questo e non di vicende che possano giovare alla situazione economica del nostro contesto sociale è come non voler proiettarsi verso una realtà futura che inevitabilmente non si proporrà come un'età d'oro, ma come un'età in cui, riprendendo le parole di G. Fini estrapolate dal discorso tenuto a Messina,  il posto fisso sarà l'eccezione.



Provo rancore a vivere in un Paese in cui gli scandali sessuali fanno più notizia delle vicende degli operai della Fiat, come se fossimo tutti giornalisti a caccia di gossip, quando invece, gli operai nel nostro Paese costituiscono una percentuale altissima. Vorrei chiedere al Ministro degli Esteri di discutere dell'estradizione di Battisti, in memoria delle vittime e per i familiari delle medesime, piuttosto che sentirlo parlare di gossip. Stiamo abituando i ragazzini a sguazzare nel trash, mediatico e non.



Dario Risuglia

giovedì 27 gennaio 2011

27 Gennaio

Il 27 Gennaio ricorre il giorno della memoria. Data scelta tra le tante possibili perchè fu proprio quel 27 Gennaio del 1945 che le truppe sovietiche entrarono in quel mondo surreale, inconcepibile e tanto lontano dai principi di umanità comuni condivisi dai nostri simili, fu proprio in quel giorno che il campo di Auschwitz venne liberato. 

Andando oltre le ideologie e le impressioni, guardando a ciò che avvenne durante il secondo conflitto mondiale in modo oggettivo, senza dubbio c'è bisogno ancora oggi, a distanza di  66 anni, di condannare quel terribile abominio. L'evoluzione tanto millantata in quel periodo storico, pubblicizzata da storici e teorici dell'epoca, si rivelò poi un abuso di sicurezze ideologiche che portò ondate di sgomento e terrore in tutto il continente europeo. Ricordare per non dimenticare quindi, che quello sfoggio di evoluzione sfociato in tragedia possa rimanere un monito saldo per tutti, per sempre. Attenzione però, non bisogna isolare l'accaduto costruendo metaforicamente delle barriere di indignazione che abbracciano solo quel periodo, in quanto anche oggi, nell'era dei social network, le discriminazioni razziali e religiose e quei campi di concentramento, sono presenti e ci perseguitano. Ad oggi quei crimini che condanniamo a distanza di 66 anni vivono in mezzo a noi, riviviamo l'incubo del monopolio dell'informazione ascoltando le "grida ironiche" di Yoani Sanchez, riviviamo quel periodo quando in fin dei conti le stellette ebraiche di stoffa sono state sostituite da etichette invisibili e che giornalmente vengono affisse ai soggetti che consideriamo diversi nelle scuole, nei luoghi di ritrovo e in tutti gli altri spazi di aggregazione. Le grida dei bambini di Aushwitz riecheggiano quando il razzismo si ripropone nelle nostre strade camuffato da perbenismo. 
Non dimenticare vuol dire contribuire a che non si ripeta più nessun tipo di discriminazione o limitazione di libertà di qualsiasi portata esse siano. I valori importati dal giusnaturalismo sono indispensabili e fondamentali per le società che si autodefiniscono evolute e civili oggi.

Dario Risuglia

domenica 23 gennaio 2011

Ultimo prezioso luogo di ritrovo.

Un’argomento molto importante su cui oggi bisogna meditare quando si pensa a Lentini e Carlentini è l'abitudine caduta in disuso da tempo di frequentare i più importanti siti di ritrovo dei due Paesi. Pensare ai ragazzi che frequentano luoghi come la piazza o la villa di Lentini è come pensare a delle leggende metropolitane, è come ascoltare i racconti dei nostri genitori e nonni che giornalmente popolavano queste aree ormai incredibilmente abbandonate per vari motivi; uno di questi fattori che ha contribuito a svuotare i punti di ritrovo più celebri è stato l'avvento del web, perché se prima un ragazzo non avendo nulla da fare magari usciva con gli amici e frequentava i luoghi in questione, molti oggi vengono condizionati dalle nuove tecnologie, e letteralmente ci si ritrova incollati al pc o magari alla playstation, seppur ribadisco che questa è solo una delle tante cause .Potremmo parlare anche del cinema,  che in altri paesi e città viene utilizzato come indispensabile punto di ritrovo culturale. Comunque l’unico sito che sembra ancora resistere resta ancora piazza Diaz di Carlentini, che da un paio di anni a questa parte riesce con la sua semplicità a coinvolgere centinaia di giovani a passare il loro sabato sera in compagnia di amici e conoscenti;  questa piazza che ‘’sembra’’ ancora resistere ma che è spesso centro di atti di vandalismo che ne compromettono il primato di ‘’posto più frequentato’’. Nella speranza che questo problema venga risolto.


Gianluca Marino

venerdì 21 gennaio 2011

Due facce della stessa Penisola.

Visto che il caso che in questi giorni sta spopolando sulle reti private e pubbliche, sul web, nei nostri bar ed in generale nei luoghi di aggregazione degli italiani sta sfiancando i pochi ancora interessati alla politica ed all'attualità reale e non al gossip e visto il fatto che se ne può parlare ma sarà solo la magistratura a dire l'ultima parola sulla vicenda, scelgo oggi, anche in linea con il pensiero di Futuro e libertà che si ripromette di fornire alternative e non di tirare in ballo  vicende giudiziarie trasformandole in programma politico per poter cambiare l'Italia, di non parlare del caso "Ruby". 

Mi preme invece concentrare l'attenzione su un argomento totalmente differente. Il 19 Gennaio il Dott. Paolo Borsellino avrebbe compiuto 71 anni, e mi sento orgoglioso di essere italiano quando cliccando sul noto pulsante "Mi piace" di Facebook sulla pagina dedicata al magistrato, moltissima gente ha scritto frasi di auguri facendo rivivere il suo spirito. C'è un'Italia diversa senza dubbio, non solo quella che con spavalderia fa pubblicità al suo operato contro le associazioni criminali e poi si ritrova al suo interno gente condannata proprio per associazione di stampo mafioso, ma anche quella che nell'ombra contribuisce alla denuncia dei soprusi e che si impegna perchè si riesca a dissociare l'immagine del nostro Paese all'immagine delle associazioni criminali. I piccoli commercianti che denunciano, i ragazzi che tramite le associazioni gestiscono i beni confiscati, sono loro i veri eroi che nell'ombra e senza porsi come primario il fine propagandistico si dedicano al miglioramento del contesto sociale della nostra Penisola.


Domani verrà consegnata la laurea honoris causa in legge a Roberto Saviano. Notizia che ho appreso naturalmente grazie al web e non grazie ai nostri telegiornali, che preferiscono "Passare" servizi su vicende che ritengo siano meno interessanti rispetto alla solidarietà che l'Università di Genova dimostra al giovane, che mi auguro continui a lavorare. Il giovane scrittore infatti, molto fu criticato per aver portato a termine un'opera che come disse appena lo scorso aprile il Premier pubblicizzava l'immagine negativa dell'Italia agli occhi del mondo. Saviano è stato anche criticato perchè con il suo libro ha lucrato, si diceva, sfruttando le disgrazie degli uomini e delle donne che vivono nel contesto sociale descritto proprio dal suo libro. Comunque resta il fatto che secondo me avrebbe preferito il più assoluto anonimato piuttosto che una notorietà che gli ha comportato una libertà limitata per le minacce ricevute dagli esponenti della camorra e per la scorta; ha solo 32 anni insomma.

Concludo dicendo che c'è un'Italia migliore, e spesso vive nell'ombra, spesso non viene ascoltata, spesso viene ridicolizzata, ma c'è. E comunque, criticare Saviano per il suo libro e non criticare fiction come "Il capo dei capi" che esaltano personaggi negativi che hanno distrutto la nostra terra, e che spesso vengono considerati modelli a cui ispirarsi dai più influenzabili è una vergogna. Non qualunquismo, purtroppo realismo.

Dario Risuglia

domenica 16 gennaio 2011

Ecco a voi...Generazione Futuro

Si da il via alla organizzazione dei circoli di Generazione Futuro, questo è il nuovo nome delle sezioni giovanili di Generazione Italia, circoli che sosterranno insieme a Futuro e Libertà per l'Italia il progetto di rinascita sociale e politica del Paese. E' doveroso sottolineare l'importanza della costituzione del suddetto movimento giovanile, che coerentemente al progetto di Fli non disporrà solo di uno spazio limitato riguardo alla politica nazionale e locale, ma sarà proprio l'aggregazione e l'attività dei giovani uno dei fattori promotori di questa nuova ed alternativa forza politica. I giovani lavoreranno insieme riuniti sotto un'unica bandiera per assicurare un futuro che offra garanzie di lavoro e stabilità a loro stessi. Uno dei membri facenti parte del Comitato Nazionale promotore del neomovimento giovanile  è Roy Ferreri, già dirigente di Generazione Giovani di Augusta, come si apprende dal comunicato stampa promosso dallo stesso e dal consigliere comunale di Fli Giuseppe Di Mare
La nomina è stata ufficializzata dal coordinatore nazionale di Generazione Giovani Gianmario Mariniello.


Dario Risuglia   

sabato 15 gennaio 2011

Fini a Messina

Gianfranco Fini ha stamane tenuto un importante discorso presso il teatro "Vittorio Emanuele" di Messina. Descrivere il fermento degli entusiasmi dei presenti per iscritto diventa arduo compito, soprattutto per far comprendere in che clima e con quali propositi ci si stia avvicinando alla convention di Milano. I partecipanti hanno cosi potuto ascoltare con la dovuta attenzione e valutare quelle che sono le idee alternative di Gianfranco Fini riguardo al lavoro, argomento appunto su cui è stata incentrata la discussione come da programma. A precedere la terza carica dello Stato, nell'introduzione ai temi della giornata, le testimonianze di studenti neolaureati e giovani imprenditori ed il punto sugli sviluppi circa la formazione della nuova forza politica di Carmelo Briguglio. Il discorso di G. Fini coerentemente agli ideali alternativi di Fli, non ha abbracciato i "Soliti" commenti nei confronti delle ultime indagini riguardanti il Presidente del Consiglio, anzi, il Presidente della Camera ha dettato quella che sarà la linea politica del Partito, spiegato i perchè della vicinanza a forze moderate come Api ed Udc a livello nazionale e affrontando il tema centrale della conferenza, ha elencato tutte quelle risorse alternative che potranno far ripartire economicamente e culturalmente un sud che, agli occhi di tutta Italia, è ormai considerato come fosse terra di bisognosi e patria degli abituali vittimismi legati alla questione meridionale. Lasciando perdere quindi titoli come "Fini: «Il ponte di Messina? Non basta»  E fuori del teatro protestano gli studenti"  che non rendono abbastanza la forza del messaggio di Fini, o ancor peggio gettano fango su uno dei pochi personaggi che può dirsi ancora soggetto partecipante sano della politica del Paese, continuamente devastata dagli scandali e dalle inchieste, lasciando perdere metafore riguardo al ponte che servono più che altro a valorizzare l'idea di infrastruttura, settore abbastanza trascurato nella regione siciliana, accogliamo i propositi espressi da un uomo che continuamente viene attaccato dalla stampa, che lo definisce un traditore (traditore del "Traditore degli elettori" sarebbe la definizione giusta), come stimoli propulsivi per una voglia di fare che potrà certamente far fruttare una ventata di innovazione e di proposte alternative, in una terra che, come ha ricordato il Pres. della Camera, potrebbe stabilizzare la propria economia facendo solamente leva sul settore "Turismo".

Tra gli altri ospiti ricordiamo l'On Fabio Granata, l'On. Italo Bocchino, l'On. Carmelo Briguglio ed altri esponenti regionali e provinciali della nuova forza politica che ha ormai preso piede in tutta Italia. Un forte segnale a tutti coloro che hanno ad oggi la convinzione che in una "Terza Repubblica" potranno ancora far da protagonisti personaggi squallidi ed opportunisti a discapito dei cittadini. Il segnale è forte e si sente.

Dario Risuglia

venerdì 14 gennaio 2011

La Nazione trasformista

Noi italiani dobbiamo ritenerci uno dei popoli più fortunati al mondo. Abbiamo la grande "Fortuna" di vivere in un Paese che quotidianamente e per più volte al giorno si trasforma (o meglio viene trasformato) da Paese occidentale assolutamente democratico, a regime imperialista. Il trasformismo applicato permette di poter svariare dialetticamente non senza ripercussioni in ambito sociale ma soprattutto politico. Ad esempio può capitare, facendo zapping, di ascoltare le parole di Nicola Porro e convincersi di accettare senza rimorsi la riforma di Marchionne, poichè in fin dei conti tutta l'Europa da anni ha applicato regolamenti simili riguardo a questo settore. 
Poi, ci ritroviamo stipendi e numeri in ambito parlamentare che sono inimmaginabili in altri contesti europei, situazioni giuridiche ambigue, ma soprattutto conflitti di interesse che ci hanno spesso reso ridicoli agli occhi dei nostri concittadini d'Europa, per rimanere in tema.
Sarebbe anche arrivato il momento di prendere coscienza. Purtroppo è anche arrivato il momento di avere tutti una maggiore consapevolezza riguardo a ciò che accade quotidianamente a livello politico, economico e sociale. Uscire dallo stato di atarassia e riprendersi la politica sarebbe già tanto. 

martedì 11 gennaio 2011

Esami di riparazione

Come gli scolari che a fine anno si apprestano a riparare le insufficienze dei trimestri precedenti, è possibile che a pochi mesi dalla chiamata alle urne dei cittadini, l'amministrazione si attivi affinchè tutto sembri funzionare. 
Come ribadito nell'articolo precedente                
(http://generazioneitalialentiniecarlentini.blogspot.com/2011/01/aria-di-elezioni-e.html), il momento "Storico" che ci apprestiamo a vivere necessita di un'analisi forzata delle mancanze che da troppo tempo affannano la Città e non permettono una partenza che ormai rimane una chimera. Un'analisi forzata e dolente, ma che ci regala un'opportunità di riscoprire consapevolezza e senso di responsabilità quando ci si appresta ad esprimere la propria preferenza. Il voto è importantissimo e fondamentale, non basta affacciarsi ad una finestra e criticare l' altrui operato, bisogna agire a tempo debito, bisogna ponderare bene, stavolta. E' inutile altresì, quando esprimeremo una preferenza, tirare ad indovinare, tenendo conto di caratteristiche che a nulla poi effettivamente potranno giovare alla nostra comunità. E' inutile preferire un candidato lentinese, pensando che abbia maggiormente a cuore i problemi della Città e li viva in prima persona, se poi non riuscirà a proporre alternative valide, ed è altrettanto inutile preferire un candidato "Forestiero", se sfrutterà la situazione facendosi largo nella politica locale per crearsi nicchie di ripiego e lasciandosi alle spalle esperienze negative dei luoghi d'origine. Consideriamo i programmi ed il lato umano dei nostri candidati, analizziamo i perchè non dando nulla per scontato, abbandoniamo i favoritismi e i miraggi che vengono offerti, chi promette non concede possibilità di riscatto alla comunità;
c'è bisogno di gente di buona volontà che si assuma la responsabilità di andare ad amministrare una città che da tempo si trova in situazioni di gravissime condizioni, econimiche, sociali e sopratutto politiche. Un voto è importante, indispensabile e fonte di grandi responsabilità.








Dario Risuglia

domenica 9 gennaio 2011

Aria di elezioni, e...

Passa il tempo inesorabile, ed il fermento per la politica cittadina aumenta, fino ad essere percepito perfino nei luoghi di aggregazione più comuni, quando si sente nell'aria, il profumo delle elezioni. Un profumo che invade tutta la Città ed attraversa di voce in voce, di preferenza in preferenza, tutte le vie principali e non del nostro centro sotto amministrative. Ma le illusioni ed i sogni che si sviluppano nei nostri animi in questo periodo dell'anno, da decenni ormai si trasformano in delusione, e lasciano spazio a malelingue ed alle critiche, che certo non hanno contribuito alla rinascita sociale che tutti da troppo ormai attendiamo. Il voto è importante, un voto è importante, si sente bisogno di una politica giovane, si sente la necessità di una politica che offra soluzioni alternative e che sposti l'attenzione sulle tematiche che realmente possono portare benessere alla comunità; con grande senso di responsabilità e con un grande senso civico, bisogna ammettere i propri errori e dall'analisi meticolosa degli sbagli compiuti in passato è necessario ripartire da alternative valide. Ripartire e migliorare vuol dire avere il coraggio di cambiare rotta, tentando di intraprendere strade differenti ed alternative appunto, che magari, seppur rischiose, offriranno possibilità migliori ai giovani che si vedono costretti a fuggire e ad abbandonare amici e parenti. 
Aria di giovani, aria di alternative, collaborazione ed autocritica imparziale. Sono questi gli strumenti di cui abbiamo bisogno, sono questi gli strumenti che ci potrebbero smuovere dallo stallo che ci caratterizza ormai da troppo tempo. Un voto è importante, basta alla politica dei favori, basta alla politica fine a se stessa, il livello in cui ci troviamo non permette più di compiere scelte individualistiche, ma scelte del singolo, ben ponderate, per il bene di tutti. Voglia di novità

Dario Risuglia