lunedì 28 febbraio 2011

Politica e politica

La parola politica ha un'origine etimologica greca, essa deriva dal termine polis che significa città, anche se molto prima indicava la classe popolare costituente della società ateniese. Politica dunque fa pensare ad una pluralità di soggetti, messi in compartecipazione per formare qualcosa di unitario e statico, qualcosa che sia operativo solo tramite il lavoro di tutti coloro che ne fanno parte.

Negli ultimi anni ho notato però che la politica non è più qualcosa di democratico, ma soltanto un ente che viene affidato nelle mani di pochi che l'amministrano in modo molto oligarchico e pretenzioso. 





domenica 27 febbraio 2011

Ricordi premonitori

Ecco un articolo tratto dal mio blog personale, risalente al Settembre del 2010 e che secondo me, assume una valenza particolare in questo periodo cosi diplomaticamente travagliato e confuso per il nostro Paese:


""La Lia (Lybian Investment Authority) ha rastrellato sul mercato un ulteriore 0,5% del capitale portando la propria quota al 2,59% dal 2,075% comunicato ai primi di agosto;


I libici sembrano averci preso gusto a comprare azioni Unicredit."

In base al trattato di Bengasi, stipulato per incentivare un rapporto bilaterale "Speciale", l'Italia pagherà 5 miliardi di dollari alla libia per l'occupazione militare, e la Libia, oltre ad arginare il fenomeno dell'immigrazione clandestina nel nostro territorio, promuoverà l'investimento economico in Italia.

Vale la pena, in nome degli affari, chiudere un occhio sulle controverse strane pretese della "Guida della rivoluzione" Gheddafi?
Il 15 settembre una motovedetta libica ha attaccato un peschereccio italiano (alla faccia delle maxitende del leader libico e della "Conversione" delle hostess, anche qui, meglio lasciar perdere), e di tutta risposta, i nostri politici, che tengono a cuore le sorti dei propri elettori e concittadini, ma quasi sempre soprattutto elettori, hanno risposto che l'attacco è stato un gesto grave, ma il rapporto tra i due paesi sarebbe rimasto ottimo.
Non voglio fare polemica, non voglio criticare nessuno.
Dirò solo che sono vicino agli uomini dell'Ariete, il peschereccio attaccato, ma sono anche vicino alle famiglie delle ragazze che dopo l'ultima visita di Gheddafi si sono convertite, sperando che adesso abbiano trovato la pace dello spirito."


Già lì, gli oppositori (fantasma) del Governo, avrebbero dovuto, a mio avviso, preoccuparsi e cominciare a riflettere sul fatto che un capo di Stato non si facesse scrupoli riguardo al "sacrificare" una presa di posizione in favore dei suoi cittadini per degli interessi di carattere economico. 

Dario Risuglia

giovedì 24 febbraio 2011

La festa di chi?

Il 17 marzo la nostra desiderata Repubblica compie 150 anni. Si è detto di tutto e di più. Tra i leghisti dal membro duro (così almeno dicono loro..) si insinua e nemmeno poco, un lato menefreghismo,se non disgusto; (dimenticando excursus e i motivi che hanno portato all’unione). Tra i membri del Pdl invece un grande entusiasmo per una festa che purtroppo non sembra neanche tale. Perché tutti, o almeno la stragrande maggioranza degli italiani, non capiscono cosa festeggiare. La questione che mi fa riflettere maggiormente è l’ostinazione nei dibattiti per l’organizzazione di una celebrazione che purtroppo vede lontani tanti. Diciamolo chiaramente non siamo patrioti. Se lo fossimo stati non permetteremo molte cose. Innanzitutto non acconsentiremmo ad un partito incostituzionale come la Lega. Ma c’è di più: viviamo nell’odio. L' unica cosa che unisce è l’avversione, tutti contro tutti. Ne la crisi economico-mondiale, ne le catastrofi, ne i fatti nel Nord Africa, (solo per citare gli ultimi avvenimenti) hanno cambiato qualcosa nei nostri spiriti. Tutto uguale. I giornali considerati sezioni di partito, i magistrati che perseguitano chicchessia, manifestazioni pro o contro, i toni sempre e comunque alti per qualsiasi tipo di dibattito. Però si vorrebbe fermare tutto per un giorno, il 17 Marzo 2011. Dovremmo fermare tutto per sempre. Non fraintendetemi. Inizi la politica a dare l’esempio. Berlusconi si deve dimettere? Lo si dice a gran voce ma senza usare i toni dipietristi..senza paragonarlo al rais di Libia. Si deve risolvere la questione libica con l’intervento anche degli organismi internazionali? Lo si fa, senza sostenere di chi sono le responsabilità, siamo uniti, diamo un segnale forte al mondo. Se non siamo patrioti è perché la politica divide, non possiamo pretendere di esserlo tutto in una volta. Iniziamo adesso. Questo è il momento giusto per ricominciare. Facciamo capire che siamo un unico popolo, un popolo fiero che cerca di risolvere i propri difetti ma insieme nelle diseguaglianze di pensiero; come fecero i padri costituenti, ma loro, ricordo, venivano da una tragedia, che era la guerra. Non aspettiamo la sciagura. Solo così rispetteremmo l’onore dei nostri antenati che tanto hanno sofferto per unire la nostra penisola.

Nicola Della Volpe

martedì 22 febbraio 2011

Manifestazione al Secolo d'Italia

Da giorni va avanti l'operazione "desecolarizzazione", ovvero in termini più chiari si sta cercando di sopprimere lo spirito finiano al giornale storico "Il Secolo d'Italia". Prima con la sostituzione di Enzo Raisi con un consiglio di amministrazione composto in gran parte da ex esponenti di An, ad oggi fedelissimi del Pdl, e quindi con la cacciata della direttrice Flavia Perina. Di conseguenza, oggi pomeriggio, tramite un tam tam partito e fomentato all'interno dei social network, giovani e meno giovani, onorevoli e semplici cittadini, si sono ritrovati proprio sotto la sede dello storico giornale per manifestare solidarietà e vicinanza nei confronti della direttrice del giornale stessa. 

Dario Risuglia


                                                                                      
"Te lo immagini cosa diventano la nostra storia e questo giornale se il Secolo finisse nelle mani dei berluscones? Paginate regalate al fascismo di cartapesta di Lele Mora. Quello con la suoneria di Faccetta nera, che grida a Formigli 'Spero che i fascisti arrivino a prenderti a calci!', e poi imbarca le ragazzine da portare a Villa Certosa!"

Flavia Perina

lunedì 21 febbraio 2011

Dai mercenari del colonnello a...

Dai mercenari africani che difendono la poltrona del colonnello Muammar Gheddafi, il cui compenso secondo al Jazeera ammonterebbe a 30 mila dollari, ai mercenari nostrani, che difendono la poltrona del premier e si svendono per molto meno, forse anche meno dei 30 denari dell'Iscariota. Non un bacio, quindi mantenendo l'analogia biblica, ma un discorso, che fece commuovere tutti, persino il lettore Barbareschi, attore e trasformista, abile a camuffarsi da pilastro portante a mina vagante. Quello che non si tollera, è che si strumentalizzino per argomentare le proprie tesi riguardo ai cambi di rotta, quelle ideologie che tanto nobilmente avvolsero e coinvolsero l'Italia della vera politica, quella che fu. Fli è vicino alla sinistra, Fli è vicino alla destra, bisogna dire comunque che Fli non offre facili guadagni di posizione o cash, e si preferisce cedere al vizio piuttosto che al lavoro duro che attende coloro che sono rimasti, consci che qui, c'è la necessità di ristrutturare una Nazione. Fino all'ultimo minuto, il personaggio in questione ha scritto sul proprio blog che non avrebbe lasciato l'amato Gianfranco, ma adesso si ritrova ad essere ripudiato dalla moglie e dall'amante, e naturalmente, confluisce in quel contenitore naturale chiamato "gruppo misto". E' questa la feccia della politica italiana, coloro che aspettano che siano assegnate tutte le cariche all'interno del partito, e non avendo ricevuto nessun titolo da esibire magari davanti ad amici e parenti durante i pranzi dei festivi, decidono di lasciare tutto. Hai ricevuto il via libera per 2 fiction caro Luca, ti sei venduto caro, gettando ulteriore fango sulla politica nostrana, hai illuso e ti sei venduto. Giuda quantomeno, ebbe il buongusto di togliersi la vita, da te, ci si aspetta il ritiro dalla politica.


Dario Risuglia

domenica 20 febbraio 2011

Sulla via di Damasco...

Il titolo di questo articolo, ho avuto il piacere di riprenderlo da un'intervista dell'On. Fabio Granata rilasciata al Fatto Quotidiano, il quale dichiarava di ritenere sospette alcune delle "conversioni" di deputati a favore della coalizione del governo. E' appunto strano, mi vien da pensare, che si passi dall'azione per cercare di arginare il malaffare della maggioranza, all'azione con cui ci si ritrova miracolosamente a far parte di gruppi di responsabilità & co. Bisogna temere maggiormente il potere mediatico del premier, o bisogna stare attenti ai privilegi che quest'ultimo ha la possibilità di elargire, come fosse il capostipite di una famiglia numerosa che divide la torta ed ha l'autorità di scegliere la grandezza delle fette? Nulla di tutto ciò, semmai sono coloro che odiano i moralisti e calpestano da anni etica ed istituzioni che devono temere la reazione dei cittadini, ormai stanchi di essere derisi dal resto del genere umano. Il lettore critico, considererà strumentali in toto le accuse mosse da Panorama (del gruppo Mondadori non a caso), ad esempio, proprio nei confronti del vicepresidente dell'antimafia, che vive da anni sotto scorta, e che deve sentirsi infangato e magari guardato con sospetto dagli italiani. L'ascoltatore critico considererà strumentali le parole di quel Ferrara che prima attaccava il premier, e adesso non solo lo giustifica ma da giorni chiede che si censuri  Fini, mentre omette che il ministro della giustizia Alfano, partecipa agli incontri volti ad organizzare la controffensiva ai processi che vedranno imputato proprio il signor B. Stanchi quindi dei controsensi di un Paese che si appropinqua a festeggiare senza onore i 150 anni di unità, gridiamo a tutti che siamo pronti a voltare pagina. E' da Tangentopoli che attendiamo, è arrivato il momento di agire in prima persona per il bene di tutti. 


Dario Risuglia

sabato 19 febbraio 2011

Fratture e non fratture

E' di pochi giorni fa la notizia che il processo con rito immediato a Silvio Berlusconi avrà luogo il 6 Aprile dell'anno corrente davanti alla corte della quarta sezione penale del tribunale di Milano. E' invece fresca di giornata (pubblicata sul "Fatto quotidiano" ) quella per cui a poco arriverà il procedimento per minacce al corpo dello Stato; competente sarà il tribunale dei Ministri, riguardo all'uso delle intercettazioni tra il premier e il consigliere dell'Agcom Giancarlo Innocenzi che avevano come argomento centrale le presunte sorti della trasmissione della Rai "Annozero". Tutti potrebbero pensare ad una frattura all'interno del Pdl, tra chi, di buon senso vorrebbe che quel minimo di etica politica ed istituzionale rimasta fosse tratta in salvo con le dimissioni del signor B., e chi, fedelissimo, si sarebbe fatto processare al posto del Presidente del Consiglio; no, purtroppo da giorni ormai si assiste alla svendita della propria dignità politica ed umana nelle agorà televisive e non, tutti i pidiellini a difendere e pronti a sacrificare la propria faccia, piuttosto che ammettere che effettivamente potrebbe esserci qualcosa di strano sotto e che siamo diventati tutti (come popolo) la battuta facile dei talk show esteri. 
Per par condicio, bisogna parlare della frattura interna di Fli, che a mio avviso, va considerata positivamente, poichè ottimo filtro per selezionare coloro che vogliono mettersi in gioco, ma anche per prendere atto cinicamente, che coloro che rimarranno fedeli (non a Fini, perchè come specificato più volte non siamo un partito monarchico) a Fli costituiranno le solide basi di un nuovo movimento forte dei propri valori e forte delle percentuali che cresceranno sempre più. Avanti gli altri, giù le maschere, pochi ma buoni.


Dario Risuglia

giovedì 17 febbraio 2011

Ventata di libertà

Come se fosse stata trasportata dal caldo vento sahariano, la rivoluzione sta attraversando i Paesi del nord Africa, e possiamo quasi con certezza affermare che nessuno Stato è rimasto immune al  "virus" della libertà, che si sta diffondendo in modo repentino. Infatti, proprio stamane, nella Libia oppressa dal regime totalitario del noto Muammar Gheddafi, è stata proclamata la giornata della collera; si scende nelle strade a Bengasi, ma a Tripoli tuttavia si assiste a manifestazioni "pro colonnello".
Ma quale può essere il comune denominatore di questa inversione di tendenza? Come mai tutto ad un tratto gli oppositori dei regimi fanno sentire la propria voce? A parer mio, ciò che ha permesso l'inizio della rivoluzione, ciò che ha risvegliato le coscienze oppresse e che tutt'ora sta fomentando il clima già "caldo", è quella possibilità di confronto e di estrema libertà che offre il web. Le principali manifestazioni sono state organizzate sui social network, e proprio grazie all'acquisizione della consapevolezza di poter comparare gli stili di vita mondiali e di poter affermare che le nazioni oppresse non hanno nulla da invidiare agli stati democratici, in termini di uguaglianza giusnaturalistica, in questi giorni si combatte quello che ormai viene definito  "l'islamofascismo". I regimi e i nuovi imperatori che si sono ingrassati alle spalle dei cittadini comuni e che hanno seminato morte e timore, oggi possono affermare che i social network costituiscono la vera minaccia dell'oppressione dei popoli.


Dario Risuglia

sabato 12 febbraio 2011

Assemblea Costituente

Milano, 11,12 e 13 Febbraio, l'Assemblea Costituente sarà un passaggio fondamentale per la nuova forza politica, l'ufficializzazione della sua esistenza e punto di partenza per una politica migliore per il nostro Paese. Tutti gli interventi ed i lavori a riguardo, verranno pubblicati nell'apposita sezione di questo blog.
Grazie.

venerdì 4 febbraio 2011

Ieri è domani

Fli, sinonimo di alternative valide, di confronto costruttivo, ma anche di etica. Molti dei ragazzi di Generazione Futuro hanno in comune il precedente percorso e la crescita politica in quel partito giovanile che fu Azione Giovani, incubatrice di Alleanza Nazionale. Oggi uno dei dibattiti che più è reso vivo dalla passione di finiani e non, è quello di cercare di individuare i punti in comune tra la precedente esperienza politica, che si rifà necessariamente allo storico Msi e naturalmente al personaggio di Almirante, ed il futuro, che come è consuetudine appare incerto e lontano dalla tradizione. A mio avviso, il rapporto con il nostro passato politico è vivo ancora oggi, e rivive nelle iniziative di valorizzazione del ruolo della donna, nelle iniziative contro le mafie, ma soprattutto in generale rivive nei cuori dei giovani di Generazione Futuro, che molti valori hanno ereditato dal passato, ma necessariamente e con coraggio guardano al futuro. Il contesto storico ci costringe a canalizzare quei valori trasmessi dalle grandiose esperienze del tempo che fu, in un futuro che altrettanto grandioso dovrà essere. La nostra identità, che è forte e visibile, seppur ci troviamo tutti a condividere l'esperienza di una nuova idea di concepire la destra, è rappresentata dalla forza degli ideali, non dai simboli. La storia ci ha insegnato che i simboli purtroppo devono evolversi, a destra come a sinistra, gli ideali restano e costituiscono la spina dorsale del movimento. Molti sostengono che Almirante si sarebbe sentito tradito da Fini; l'unico sbaglio,  ci tengo a sottolinearne la buona fede però, fu quello di confluire nel Pdl, miraggio di una destra moderna, ma tutto sommato mero sinonimo di azienda privata, quello fu il vero tradimento. Adesso, consci e consapevoli dell'avventura che ci attende, non possiamo che fare onore alla nostra identità politico-culturale dimostrando di essere capaci di voltare pagina, guardando con ammirazione al passato, ma rimanendo sempre aperti all'innovazione ed alla crescita. I tempi sono cambiati, è ora di mettere a frutto la nostra esperienza spendendosi per Generazione Futuro.

Dario Risuglia

martedì 1 febbraio 2011

Giovani disillusi

E se domani fossimo chiamati a scegliere il nuovo Governo in un momento cosi delicato? E se domani dovessimo andare alle urne e scegliere il nuovo Presidente del Consiglio? Presi di sorpresa avremmo bisogno di analizzare candidati e programmi. E quei ragazzi che ormai odiano la politica perchè i modelli di oggi in gran parte rispecchiano la corruzione morale del nostro Paese cosa faranno? Faranno come Pilato o sceglieranno un candidato affidandosi "alla monetina"?  
Frequentando molti coetanei mi rendo conto che le loro argomentazioni riguardo allo squallore politico del nostro Paese hanno come unico fondamento la sfiducia nelle istituzioni, che spesso è fomentata dai mille controsensi giuridici d'Italia; ma non bisogna dimenticare che migliaia di uomini e di donne hanno sacrificato la loro vita per la democrazia, per avere anche in minima parte la possibilità di dire la loro riguardo alla classe politica dirigente della propria nazione. Prima che possa arrivare quel "domani" in cui saremo chiamati a scegliere per noi e per tutti gli italiani sarebbe saggia cosa documentarsi ed avere una panoramica abbastanza ampia da permettere una valutazione estremamente soggettiva e convinta riguardo alla preferenza. Non bisogna banalizzare la grande e sudata possibilità di scegliere chi andrà a governare, non è giusto limitarsi, come d'altronde fanno i disfattisti, a criticare l'operato dei politici solo perchè in televisione abbiamo sentito di sfuggita che quel politico ha fatto male o quel politico ha agito in modo giusto; non possiamo affidarci oggi, in questo contesto storico, nelle mani di un solo mezzo di informazione, bisogna fare un lavoro di comparazione, per poi arrivare all'unica reale verità: noi siamo i veri padroni di noi stessi, noi scegliamo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la politica, è nata per questo, non dimentichiamolo. Non è giusto criticare gli italiani che votano questo o quello standosene comodamente seduti in poltrona. I tempi non lo permettono, adesso tocca a noi.


Dario Risuglia