lunedì 28 febbraio 2011

Politica e politica

La parola politica ha un'origine etimologica greca, essa deriva dal termine polis che significa città, anche se molto prima indicava la classe popolare costituente della società ateniese. Politica dunque fa pensare ad una pluralità di soggetti, messi in compartecipazione per formare qualcosa di unitario e statico, qualcosa che sia operativo solo tramite il lavoro di tutti coloro che ne fanno parte.

Negli ultimi anni ho notato però che la politica non è più qualcosa di democratico, ma soltanto un ente che viene affidato nelle mani di pochi che l'amministrano in modo molto oligarchico e pretenzioso. 





Dal mio punto di vista, essa, deve essere vissuta da tutti, sopratutto dai giovani, che tendono ad arginarla come se non fosse parte della loro vita e dei loro interessi, ignari che possa avere ripercussioni sulla loro esistenza. E' proprio questa superficialità che non ci rende consenzienti di ciò che accade nel nostro Paese, che ci spinge a credere alle parole di leader carismatici che assiderano la mente della gente con false promesse e con comizi pieni di euforia,sempre meno concreti e materiali. Il problema sostanziale,dunque, è la disinformazione generale, che sussiste per molte cause e che ci spinge a concentrarci su cose futili e non indispensabili. 

Uno dei motivi principali di questa disinformazione va attribuito soprattutto ai mass-media (ormai privatizzati dalle fazioni politiche). Essi,infatti, invece di concentrarsi sui problemi reali del Paese tendono a trasmettere notizie che creino scalpore o che diffondano messaggi incentrati sulla realizzazione personale, possibile solo grazie all’apparenza estetica e non morale della persona. Tutto ciò però non è solo programmato per fare “audience” ma è una vera e propria tecnica psicologica che serve ai mezzi di comunicazione per far distogliere gli “spettatori” dai problemi sostanziali dello stato, come il problema economico, la disorganizzazione politica e l’alto tasso di disoccupazione . Quando , però, c’è da far luce su ciò che è impossibile da nascondere allora si tende ad attribuire la colpa a fattori o a persone esterne. I maggiori capri espiatori di questo sono,purtroppo, gli immigrati, o tutti coloro che non hanno le capacità di difendersi dalle accuse e che assorbono come una spugna le accuse che gli si rivolgono contro. 

C’è dunque chi dice che l’unico modo per ribellarsi da questa ipocrisia è fuggire, allontanarsi da ciò che ci fa scomodo, disegnando dunque quello che contestiamo, ossia il menefreghismo che rende le persone non consapevoli della situazione italiana.

In conclusione vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto l’articolo e invitarli a fare qualcosa di concreto e non a "mobilitarsi" rimanendo comodamente a farsi i fatti propri.



Niccolò Terranova (Milano)

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