domenica 27 febbraio 2011

Ricordi premonitori

Ecco un articolo tratto dal mio blog personale, risalente al Settembre del 2010 e che secondo me, assume una valenza particolare in questo periodo cosi diplomaticamente travagliato e confuso per il nostro Paese:


""La Lia (Lybian Investment Authority) ha rastrellato sul mercato un ulteriore 0,5% del capitale portando la propria quota al 2,59% dal 2,075% comunicato ai primi di agosto;


I libici sembrano averci preso gusto a comprare azioni Unicredit."

In base al trattato di Bengasi, stipulato per incentivare un rapporto bilaterale "Speciale", l'Italia pagherà 5 miliardi di dollari alla libia per l'occupazione militare, e la Libia, oltre ad arginare il fenomeno dell'immigrazione clandestina nel nostro territorio, promuoverà l'investimento economico in Italia.

Vale la pena, in nome degli affari, chiudere un occhio sulle controverse strane pretese della "Guida della rivoluzione" Gheddafi?
Il 15 settembre una motovedetta libica ha attaccato un peschereccio italiano (alla faccia delle maxitende del leader libico e della "Conversione" delle hostess, anche qui, meglio lasciar perdere), e di tutta risposta, i nostri politici, che tengono a cuore le sorti dei propri elettori e concittadini, ma quasi sempre soprattutto elettori, hanno risposto che l'attacco è stato un gesto grave, ma il rapporto tra i due paesi sarebbe rimasto ottimo.
Non voglio fare polemica, non voglio criticare nessuno.
Dirò solo che sono vicino agli uomini dell'Ariete, il peschereccio attaccato, ma sono anche vicino alle famiglie delle ragazze che dopo l'ultima visita di Gheddafi si sono convertite, sperando che adesso abbiano trovato la pace dello spirito."


Già lì, gli oppositori (fantasma) del Governo, avrebbero dovuto, a mio avviso, preoccuparsi e cominciare a riflettere sul fatto che un capo di Stato non si facesse scrupoli riguardo al "sacrificare" una presa di posizione in favore dei suoi cittadini per degli interessi di carattere economico. 

Dario Risuglia

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